Tesi di laurea. Gestione delle Organizzazioni e del territorio. Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento
110 e lode!
Si conclude nel migliore dei modi il percorso di studio al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento con la laurea in Gestione delle organizzazioni e del territorio.
L’emergenza epidemiologica da Covid-19 è lo stimolo per indagare, sul piano teorico ed empirico, il modo in cui il sistema giustizia contempera i diversi diritti costituzionalmente tutelati, quello alla salute e quello alla difesa: come ha reagito il sistema giudiziario alla necessità di garantire il diritto alla giustizia e quindi lo svolgimento dei processi ma nel contempo la salute pubblica e alla relativa tutela?
Come gli attori del sistema della giustizia – avvocati, magistrati e cancellieri – hanno affrontato l’attività giudiziaria da postazioni remote mediante svolgimento delle udienze tramite videoconferenza?
Angolazioni visive e di analisi diverse per l’identica questione: da una parte dal punto di vista di chi ha il ruolo di decisione e di pianificazione o impostazione del sistema, fondamentalmente visibile mediante l’analisi dei provvedimenti normativi e regolamentari, dall’altra da quello di chi si è trovato a dover gestire professionalmente queste decisioni.
È l’occasione di un innesto tra tecnologia e tradizione del processo, tra informatica e presenza in aula, o in modo un po’ colorito, tra byte e toga.
È presto per dire se questo evento, certamente di grande importanza, possa essere anche una spinta duratura ad una progressiva digitalizzazione del processo in corso – astrattamente idonea a incidere in prospettiva e in modo profondo anche su istituti fondamentali come per esempio la competenza territoriale in relazione alla concentrazione per specializzazioni differenziate – perché molti sono i nodi ancora da sciogliere in termini di garanzie da dare e valori costituzionali da assicurare.
Sicuramente si tratta di prospettive che gettano una luce nuova sui temi da sempre sul tavolo della discussione nel sistema giustizia e dibattuti fra i diversi attori con posizioni spesso antitetiche come i tempi della definizione dei giudizi, i criteri di efficienza per misurare la produttività degli uffici, la presenza capillare nel territorio per assicurare una giustizia di prossimità, la ripartizione di competenze fra sezioni specializzate e le proposte di unificazione, di strutture come per i tribunali dei minori nei tribunali ordinari. Il tutto sullo sfondo della cronica assenza di risorse e di investimenti.
La ricerca, di carattere qualitativo, pone l’attenzione al comportamento di singoli attori, in contesti situati, raccogliendo esperienze comuni. Indagare pratiche professionali in un momento di avvio dell’utilizzo di una tecnologia – un momento cioè in cui non si sono ancora stabilizzate prassi, reazioni e relazioni intorno agli oggetti tecnici divenuti strumenti della professione forense e del processo decisionale – offre quindi la possibilità di riflettere sulle dinamiche, ancora in corso, che possono portare all’affermazione, con pari dignità, con pari chance, di una o di un’altra soluzione tecnica secondo quella che è la relazione che si crea nel contesto.
Lo sguardo all’intreccio fra materiale e sociale di cui sono stati protagonisti attivi avvocati e magistrati nel corso dell’emergenza epidemiologia e del vigore della normativa emergenziale, è centrale per l’individuazione e la proposta di interventi organizzativi nel settore giustizia: da qui il riferimento congiunto agli studi organizzativi e a agli studi sociali sulla scienza e sulla tecnologia.